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Effetto dello shiatsu sul sistema neurovegetativo

Come già espresso in precedenza il sistema neurovegetativo è costituito da due componenti simpatico e parasimpatico. La stimolazione del primo aumenta la pressione arteriosa e frequenza dei battiti cardiaci, la stimolazione dell'altro determina ipotensione e brachicardia, uno eccita e l'altro inibisce. Ogni nostra viscere, ogni elemento del nostro corpo riceve entrambi le componenti che sono in equilibrio dinamico. In determinati frangenti, potrebbe scaricare più il simpatico che il parasimpatico; dopo l'azione ci dovrà essere il riposo per permettere al parasimpatico di recuperare.

Questo riposo dovrà essere tanto maggiore quanto più grande sarà stato l'impiego del simpatico durante l'azione; se così non fosse avremmo uno squilibrio notevole a livello neurovegetativo ed emozionale, le cosiddette neurodistonie.
Qualora non vi fosse un giusto riposo il muscolo rimane in tensione e l'organismo in predisposizione alla continua azione. Quando il tutto si ripete più volte al giorno (per fare un esempio se la nostra Emotività è tale da censurare l'esplicazioni di azioni abbastanza ordinarie), lo stato di tensione sarà tale per cui il simpatico agirà eccessivamente ed il vago rimarrà in condizioni di costante abbassamento rispetto al simpatico. Quando questo stato di tensione massimale di ipereccitazione dell'organismo arriverà all'eccesso saremo portati a far fare qualsiasi cosa. Paradossalmente non si avrà bisogno di riposare non si sentirà la fatica e qualora volessimo riposare non ci riusciremmo fino ad arrivare allo stress funzionale della componente simpatica, cioè eccitatoria. Dalla tensione massimale scatterà l'altra componente: la parasimapatica. Dalla tensione massimale, quindi, si arriverà alla mancanza di forza assoluta, alla depressione più nera. Si avrà un bilanciamento di due limiti estremi opposti; il classico esaurimento nervoso, dallo stress alla mancanza di forza totale.

L'azione dello Shiatsu in questi termini si pone come azione riflessa periferica a livello dei gangli di emergenza del neurovegetativo di tutta la catena simpatica e parasimpatica. Esercitando una pressione sui gangli del neuro vegetativo non facciamo altro che scaricare l'impulso che viaggia, permettendo a tali gangli di scaricarsi e ripartire da zero. Di conseguenza diamo all'organismo la possibilità di ricaricarsi in maniera più adeguata, più equilibrata. Non immediatamente, ma già dopo due/quattro sedute, gli effetti arrivano. Tal volta dovendo la scarica viaggiare perifericamente ed arrivare al viscere, può accadere che inizialmente si abbia un accentuazione di patologia; cioè il viscere potrebbe stare ancor peggio. Superata, però, la crisi il paziente avvertirà i benefici della terapia e del suo sistema neurovegetativo ricomincerà ad essere in equilibrio.